23 December 2011

Oltre l'economia

Inizia oggi una nuova avventura. Un'esperienza che, come recita il titolo della rubrica, si propone l'ambiziosa finalità di accompagnare il lettore oltre i confini dell'economia. Un compito impegnativo, per cercare di coinvolgerlo nei ragionamenti sviluppati e, al tempo stesso, stimolarlo ad operare una profonda riflessione sul contenuto delle materie approfondite. Infatti, gli argomenti non approfondiranno soltanto l'alveo della scienza economica, ma andranno anche a sconfinare nei meandri di quelle attività che caratterizzano la società civile. Queste ultime, oggi più che mai, hanno ripercussioni e, contemporanemente, si riverberano nel contesto della situazione economica del Paese e delle sue componenti, siano esse Istituzioni o singoli Cittadini. L'economia, al pari di tutte le scienze sociali, elabora considerazioni e costruisce modelli, il cui impatto incide e plasma il comportamento individuale dal quale percepisce, a sua volta, importanti segnali e stimoli che consentono di verificare se ciò che è stato teorizzato ha prodotto gli effetti sperati oppure se i risultati raggiunti si sono orientati verso un'altra direzione. Questa è la principale incognita dell'economia e, nel contempo, l'aspetto affascinante di una materia che deve continuamente mettere in discussione non solo le variabili prese in considerazione, ma anche la loro combinazione in contesti che, rispetto al passato, non sono più statici, ma in perenne evoluzione. E così, quei confini che un modello economico aveva contribuito faticosamente a tracciare devono, oggi, essere ridisegnati alla luce dei mutamenti degli stili di vita, costituiti da fatti e comportamenti non sempre prevedibili e razionali, che hanno fatto perdere progressivamente significato alla consapevolezza di aver individuato, una volta per tutte, la formula magica per risolvere ogni questione. L'esempio, rappresentato dalla crisi economica, è evidente e, come ha ribadito Gianfranco FINI nel libro "L'Italia che vorrei", «ha costretto tutti, a cominciare dagli economisti più accreditati, a compiere uno sforzo di analisi e di approfondimento, rimettendo in discussione paradigmi e chiavi di lettura che, fino a poco tempo fa, sembravano ampiamente consolidate». Paul VALERY, oltre mezzo secolo fa, ha sostenuto che «il guaio dei nostri tempi è che il futuro non è più come quello di una volta». Pertanto, la sfida che ci attende è quella di far sì che il futuro sia almeno migliore del passato, dove gli errori commessi possano aiutare a riflettere, non solo per evitarne la ripetizione, ma anche per imparare a comprendere le ragioni che stanno alla base delle convinzioni degli altri. In alternativa, si dovrà accettare di correre il rischio di precludere ogni possibilità di crescita culturale, facendo proprio il pensiero di Rabindranath TAGORE: «Se si chiude la porta a tutti gli errori, anche la verità resterà fuori».
Autore: Emanuele COSTA
Pubblicato su: Il Nuovo Picchio3/Dicembre 2011 con il titolo «Oltre l'economia»

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