10 May 2012

Pensioni e giovani: quale strategia per il futuro?

Non passa giorno senza che i media nazionali e stranieri sottolineino con enfasi lo stato di salute in cui versano le finanze pubbliche del Bel Paese. Ogni occasione in cui si parla dell'Italia sembra essere quella giusta per approfondire la questione e discutere animatamente da che parte (e con che forza) sia meglio "tirare la coperta", consapevoli che, se non si è capaci di farne mutare la lunghezza, il rischio che si corre è quello di rendere vulnerabili situazioni che in precedenza avevano la certezza di contare su un'adeguata protezione. In questi giorni, peraltro, il governo si sta cimentando con l'arte di tappare i buchi di un bilancio che è eternamente alla ricerca affannata di quel principio costituzionale del pareggio, sempre rispettato a priori e mai realizzato ex post. Diverse sono le ipotesi che si prospettano per uscire definitivamente dal tunnel dello squilibrio di bilancio. Una delle alternative possibili per consentire una spesa pubblica maggiore non è quella di aumentare le entrate e nemmeno quella di ridurre gli sprechi, orientando i risparmi in altre direzioni. La filosofia cui si ispirano alcune architetture contabili è quella che consente di aumentare la spesa attuale finanziandola con le economie di spesa future provenienti da riforme strutturali, il cui impatto potrà essere verificato, appunto, in prospettiva. Una di queste, sempre in primo piano da anni, è quella che investe il sistema pensionistico. Senza scendere nel merito della opportunità o meno di una simile riforma, che, in un contesto come quello che caratterizza lo scenario attuale, rischia di aggravare ulteriormente la situazione economica di molti individui, è importante evidenziare a caratteri cubitali in cosa consiste la novità. Incrementare la spesa pubblica di oggi finanziandola con risparmi di spesa futura ottenibili da riforme strutturali non convince, perché non consiste nella risposta adeguata sia alla cronica situazione delle finanze pubbliche, sia alle aspettative della società, con particolare riferimento a quella più giovane. In altre parole, anziché sforzarsi per trovare strategie diverse, capaci di generare maggiori risorse in futuro, si preferisce, molto più ragionieristicamente, spendere già oggi ciò che sarà disponibile domani. Un bell'esempio di altruismo da parte di una classe politica impegnata ad individuare soluzioni destinate a difendere personali rendite di posizione (elettorali comprese), senza la minima preoccupazione di quanto e se avanzerà qualcosa per le future generazioni. A questi giovani c'è almeno qualcuno che si è preoccupato di dirglielo?
Autore: Emanuele COSTA
Pubbicato su: Il Futurista del 24 agosto 2011 con il titolo «Pensioni e giovani: qualcuno ha una strategia per il futuro?»

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