17 June 2012

Amministrare per ascoltare

Nonostante siano trascorsi molti anni da quando il legislatore ha provveduto ad emanare le prime norme in materia di semplificazione, ancora oggi, purtroppo, la distanza che separa il cittadino dalla pubblica amministrazione (nel senso più ampio del termine) non accentua a ridursi. Anzi, di fronte ad un aggravamento delle problematiche economico/sociali, il legame che unisce la componente politica della società al resto del mondo si allenta sempre più, manifestandosi attraverso il paradosso dell'astensionismo. Quindi, si assiste impotentemente ad una progressiva dilatazione tra i due fronti indotta, da un lato, da una consolidata incapacità decisionale dell'amministratore pubblico di adottare politiche locali/nazionali efficaci e vicine alle esigenze della comunità che rappresenta; dall'altro, dall'accresciuta complessità e dalla spiccata gravità di fattispecie che si sono manifestate nello scenario di riferimento. In un contesto del genere, è riduttivo declassare i cittadini a semplici utenti di servizi, da spremere per ottenere le risorse per amministrare la macchina burocratica. Oggi, i cittadini non si  configurano esclusivamente come contribuenti, ma come veri e propri clienti, avendo la possibilità di scegliere fra alternative differenti, partecipando, con crescente intensità, all'evoluzione del territorio circostante e pretendendo dall'amministrazione pubblica servizi sempre più adeguati alla realtà del momento. Ci si ritrova, invece, in un ambiente dove chi ha la possibilità di adottare decisioni nell'interesse generale, difficilmente è in grado di percepire in anticipo i segnali che provengono dall'intorno che lo circonda. L'amministratore pubblico odierno ascolta poco perché non ha la capacità di fornire risposte adeguate ai problemi. Le ricadute di questo comportamento sono le incessanti critiche nei confronti della gestione della pubblica amministrazione con particolare riferimento alle persone che in essa lavorano in prima linea per offrire servizi pubblici. In un'epoca come quella attuale, un amministratore sensibile alle difficoltà che affliggono la comunità di riferimento deve prendere coscienza che la vera risorsa della pubblica amministrazione è costituita proprio dalle risorse umane, capaci di conferire valore aggiunto alla risoluzione delle questioni locali e nazionali. Se, al contrario, persiste nel voler governare come ha sempre fatto, allora potrebbe investire le risorse pubbliche nella comunicazione, facendosi portavoce di un'affermazione dello scrittore statunitense Arthur BLOCH, per rivolgersi al cittadino e dirgli: «Se hai un problema che deve essere risolto da una burocrazia, ti conviene cambiare problema».
Autore: Emanuele COSTA
Pubblicato su: Il Nuovo Picchio5/Maggio 2012 con il titolo «Amministrazioni in ascolto: il cittadino e la burocrazia»

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