10 February 2013

Prima che sia troppo tardi

Le ultime vicende politiche hanno contribuito a rendere ancor più evidente come anche in questo campo di attività possa riscontrarsi un’affermazione tranciante di Michael BAR-ZOHAR and Nissim MISHAL riportata nella loro ultima fatica: «La loro illimitata fiducia in sé stessi, unita alle attese eccessive dei loro contatti in patria, si trasforma presto o tardi nella loro condanna» (“Mossad”, Feltrinelli, 2012). Certamente la politica non ha niente a che fare con le affascinanti vicende dei servizi segreti israeliani, anche se la concorrenza è agguerrita se i riferimenti rimandano a quei misteri ed intrecci mai risolti e dipanati dal dopoguerra ad oggi. Eppure, il Belpaese è sempre maestro quando si tratta di far accadere l’impossibile. Coloro che si sono sottoposti alla gogna di una consultazione referendaria interna per veder sancita a furor di popolo la loro legittimità a tirare le redini del futuro governo, si sentono, come d’incanto, baciati dalla Dea della Fortuna, che li galvanizza e li porta a credere di avere già in tasca quell’arma segreta, mai sciabolata in pubblico, che li porterà a trafiggere non solo gli avversari politici, ma anche quegli inermi Cittadini che, accecati dalla luce emanata, non riescono a scorgere che dietro mirabolanti promesse all’italiana, si cela solo ed esclusivamente pura e semplice illusione ottica. Nessun Governo e nessun uomo politico, fatta eccezione di quelli che con metodi e toni da inquisizione sono stati abbandonati al loro triste destino, ha mai avuto la forza ed il coraggio di dire a chiare lettere quali sono i problemi da risolvere ed i sacrifici dolorosi, ma necessari, da compiere per uscire da quelle sabbie mobili in cui l’Italia è sprofondata nonostante il suo stivale. L’ignoranza generale in cui versa la classe politica, unitamente alle strumentalizzazioni elaborate in vista della prossima competizione elettorale, contribuiscono a dare maggiore enfasi alla spinta verso il basso, dando il colpo di grazia a quei personaggi che, nel palcoscenico internazionale, hanno minuziosamente ricostruito la fiducia verso le Istituzioni repubblicane e alimentato la speranza di un popolo che lentamente si stava svegliando da un lungo letargo. Presto o tardi, sarà ricondotto, come le pecore, al pascolo quotidiano per distrarlo dagli intrallazzi di palazzo. Viene, quindi, da riflettere sul perché persone capaci e competenti incutano così tanto timore. L’augurio è che le promesse di una futura ascesa al colle più alto rientrino nella consuetudine di quegli impegni politici destinati a non essere mantenuti. Equivarrebbe ad un metodo alquanto subdolo per eliminare dalla scena politica una persona, impedendogli di esprimere giudizi contro le future decisioni governative ed obbligandola a respirare artificialmente in altri consessi, sotto le mentite spoglie di un alieno super partes. Se questo è ciò che riserverà l’apertura delle urne, allora avremo la certezza di essere chiamati ad una metamorfosi che da pecore ci trasformerà in coccodrilli per rimpiangere l’anno appena trascorso.
Autore: Emanuele COSTA
Pubblicato suIl Nuovo Picchio n° 01/Gennaio 2013 con il titolo «Prima che sia troppo tardi»

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