8 December 2013

La caduta dei ... "gitanti"

Il trascorrere del tempo è un processo lungo, lento e, soprattutto, silenzioso. Questo comporta che quando il conto alla rovescia sta per esaurire il proprio ticchettio, improvvisamente ci si risveglia dal letargo per adoperarsi di buona lena a cercare di realizzare non solo l’incompiuto, ma anche l’impensabile. Ma la storia insegna che la fretta è sempre stata una cattiva consigliera. Capita, quindi, di ascoltare o di leggere fino alla nausea sterili, quanto banali, scuse volte a giustificare quei comportamenti adottati nell’esercizio del potere ed improntati al laissez faire, per poter poi scaricare le colpe su altre circostanze che non lascerebbero tempo sufficiente per esaurire le promesse decantate durante la competizione elettorale. Ad ogni piè sospinto, si cede con leggerezza alla tentazione di rilasciare interviste ai cosiddetti “organi del partito”, probabilmente dopo averle artificiosamente architettate e costruite a priori. La finalità, ovviamente, è quella di poter essere onnipresente nell’esprimere il proprio pensiero ed ergersi, agli occhi del Cittadino, a paladino della difesa dei loro interessi. Se da un lato c’è chi elogia il meccanismo elettorale vigente per i Comuni, in quanto sembra essere l’unico capace di garantire la stabilità di un Governo, consentendogli di portare a termine il programma elettorale senza intoppi, dall’altro c’è chi lo critica pubblicamente, imputando ad una durata limitata la responsabilità del mancato raggiungimento degli obiettivi, ma tralasciando il particolare di aver riposato sugli allori per i primi quattro quinti del mandato. L’abilità di entrambi i sostenitori è quella di imbonire il lettore chiamando in causa solo i potenziali effetti benefici della loro opinione, dimenticandosi di enunciare quelli che possono impattare negativamente sulla convivenza civile. Ma come dice un detto popolare: “Non si può condannare un uomo per quello che pensa. Si può solo sperare, per il bene di tutti, che non ci pensi più”. E intanto, tra un’apparizione in pubblico e la successiva, tra un’intervista e l’altra, il tempo continua inesorabilmente a passare, calcificando nella mente dell’elettore la dimensione di quello che viene perso per cercare di rispolverare l’immagine in vista della foto ricordo da utilizzare per il prossimo “santino”. Ma il popolo non è così somaro come si vorrebbe sostenere. Infatti, mentre il tempo a disposizione si accorcia in vista della prossima campagna elettorale, la memoria del Cittadino si allunga sempre di più. E l’elenco di ciò che è stato promesso e non mantenuto costituisce la cartina al tornasole che consentirà al Paese di voltare pagina, provocando la sconfitta di coloro che hanno sempre pensato di poter governare con lo scettro dell’onnipotenza. Il politico che non è stato in grado di mantenere gli impegni presi con la propria comunità alla fine risulterà essere stato solo di passaggio, così come il turista che, visitando una località poco attraente, passa e se ne va. E sarà come assistere alla caduta dei giganti o, nel senso in cui lo si vorrà intendere, dei … “gitanti”.
AutoreEmanuele COSTA
Pubblicato suwww.tigulliana.org (nella Rubrica "Diritto di Parola") del 07 dicembre 2013 con il titolo «La caduta dei ... "gitanti"»

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