15 February 2014

Ragione e motivazione

L'essere umano è di per sé ambiguo e misterioso. Questo punto interrogativo che, virtualmente, si colloca sopra il capo di ciascuno non consiste nella rappresentazione immaginaria di quel filo invisibile che, se tagliato, consente di passare dalla dimensione terrena a quella spirituale. E' semplicemente un simbolo che, a seconda della sua grandezza, è in grado di conferire più o meno credibilità al soggetto nei rapporti interpersonali. E quando si ascolta un individuo mentre è impegnato a fornire le giustificazioni più disparate che lo hanno indotto ad adottare un certo comportamento, in realtà non si recepisce altro messaggio se non quello che l'interlocutore non riesce più a sopportare il peso di quell'incognita che staziona sopra la testa e che il trascorrere del tempo ha contribuito ad ingigantirla. Poiché la vita terrena consiste in un insieme di fotogrammi, che, messi in sequenza, determinano la condotta individuale, ecco svelato uno dei misteri esistenziali: non esistono le ragioni di una scelta, ma si possono trovare le motivazioni che influenzano e producono una decisione. Non è un caso se, in ambito filosofico, ragione e motivazione sono tenute a debita distanza. La ragione consiste in una pura facoltà che è oggetto di sfruttamento per esprimere il proprio pensiero, rivolgendosi, principalmente, ad argomenti astratti, privi di alcun fondamento, essendo imperniati esclusivamente su un calcolo di convenienza. Si tratta di una caratteristica che appartiene anche al mondo animale ed a quello artificiale. La motivazione, al contrario, non è altro che l'espressione dei motivi che spingono un individuo a compiere una specifica azione, ossia un insieme di stimoli che determinano l'adozione di un comportamento. Se non si presta la dovuta attenzione all'interpretazione del significato che le parole vogliono dire, allora è facile essere tratti in inganno, con la conseguenza che i fatti raccontati possono non risultare così incontrovertibili come decantati. Ecco, quindi, che la spiegazione della delibera di una particolare politica può non essere motivo di orgoglio e di vanto, perché potrebbe celare un risultato diametralmente opposto a quello che, con oculati giri di parole, si è voluto far intendere. Quando un Amministratore pubblico esalta, con enfasi, la realizzazione di un'opera sul territorio, spesso tralascia, volutamente, la descrizione di particolari essenziali che sono gravati (con certezza) sui Cittadini, per mettere in evidenza solo gli aspetti positivi di un potenziale risultato finale (che rimane, però, incerto). E' come se in una Città tetra ed oscura, come era Berlino Est anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, il Governo dell'allora Repubblica Democratica Tedesca si fosse vantato di aver costruito il Muro grazie al quale tutta una zona di borderline era stata ampiamente illuminata. Inoltre, ci sarebbe poco da gongolarsi se, ad esempio, nel ristrutturare un'area destinata al divertimento dei bambini, si è intervenuti in un certo modo per scongiurare infortuni di sorta, senza però tenere conto di come affrontare le impellenti attività ludiche degli amici a quattro zampe per le strade cittadine. Pertanto, se da un lato può essere accettabile e condivisibile rinunciare ad una posizione di vertice per lasciare ampio spazio alle nuove generazioni, altrettanto accettabile e condivisibile dovrebbe essere la speranza che i candidati prescelti a sostenere una lista appartengano ad una leva più giovane. In caso contrario, sarebbe come rivolgersi ad un chirurgo estetico per una plastica facciale, in modo da risultare agli occhi del pubblico ancora tonico e attraente, ma lasciare il resto del corpo in uno stato flaccido e claudicante per effetto dell'avanzare inesorabile del tempo e dell'età. La Città di oggi, qualunque ne sia la conformazione geografica, è lasciata in balia dello sponsor del "chissenefrega", facile preda di opportunismi personali o di parte e non di opportunità da sfruttare nell'interesse generale e per il benessere collettivo. La Città, in sintesi, è sempre più malata e deve essere curata per evitare l'aggravarsi di una patologia che rischia di diventare cronica. A differenza del corpo umano, la gestione del bene pubblico non richiede l'aiuto della scienza medica. Il tessuto economico e sociale di uno specifico territorio non ha nulla in comune con quello cutaneo, ma se si vuole pervicacemente insistere in questa direzione, si abbia almeno il buon senso o la decenza di non lamentarsi se il corpo della Città collasserà sotto il peso dell'incapacità amministrativa o, nella peggiore delle ipotesi, di fronte all'improvvisazione dei programmi e degli interventi morirà di infarto!
AutoreEmanuele COSTA
Pubblicato suwww.tigulliana.org (nella Rubrica "Diritto di Parola") del 15 febbraio 2014 con il titolo «Ragione e motivazione»

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