7 June 2014

L'origine della globalizzazione

Gli effetti della crisi economica del 2007 possono considerarsi più catastrofici di quelli generati dalla Grande Depressione del 1930? La persistente crisi economica sembra avere radici storiche o, meglio, più di un padre. Pertanto, è piuttosto difficile confrontare questi due fenomeni perché sono simili solo nominalmente e mentre risultano differenti sotto molteplici punti di vista. Nello specifico, lo scenario del 1930 è stato profondamente diverso, in quanto la dimensione della crisi ha coinvolto un ristretto numero di paesi (specialmente Stati Uniti e paesi europei) e la recessione è iniziata nel settore industriale. Forse, è per i motivi sopra evidenziati che le persone oggi preferiscono parlare di "crisi globale" e non semplicemente di "crisi economica". Nei paesi occidentali, lo scenario degli Anni '30 era quello costruito dopo la Prima Guerra Mondiale ed un periodo di espansione relativamente breve, mentre oggi, nel mondo industrializzato, il contesto fa seguito a sessant'anni di pace, durante il quale i paesi sviluppati sono stati in grado di sfruttare diverse opportunità provenienti da una graduale integrazione economica e, contemporaneamente, si sono adoperati per costruire le fondamenta della crisi attuale. Tuttavia, la questione sembra avere un solo perdente: il mondo industrializzato, che, per decenni, è riuscito a migliorare, più o meno, il benessere sociale. Oggi, i paesi sviluppati sono ancora impegnati a trovare una via di uscita dalla recessione, mentre quelli in via di sviluppo stanno gestendo una crescita rapida. Quindi, ha ancora senso parlare di "crisi globale"? Generalmente, le persone tendono a considerare un fenomeno come negativo solo quando interessa i paesi occidentali. Gli Stati Uniti e l'Europa sono pesantemente influenzati da una crescita economica negativa, così che l'opinione pubblica parla di crisi economica. Al contrario, Cina e India, che sono anche le due nazioni più popolate, stanno performando alti tassi di crescita. In questi due paesi, in sintesi, la "crisi globale" non esiste oppure, nel peggiore dei casi, si tratta di una crescita più debole rispetto al passato. Ma è chiaramente crescita e non crisi! I paesi sviluppati hanno iniziato ad andare in crisi a partire dagli Anni '90, quando è finita la Guerra Fredda, con il collasso dell'Unione Sovietica e con l'avvio del processo di "occidentalizzazione" dell'Europa dell'Est. Questo è stato il primo passo verso la "europeizzazione" dell'economia, ossia una specie di globalizzazione su scala europea. E' possibile affermare che la fine della Guerra Fredda, creando nuove opportunità economiche, ha determinato il processo di globalizzazione? Secondo David Charles LEWIS e Karl MOORE («Globalization and the Cold War: the Communist Dimension», 2010), la globalizzazione esisteva già prima della fine della Guerra Fredda ed aveva due obiettivi. Il primo perseguito dai Paesi occidentali ed era "orientato al mercato". Il secondo, realizzato dai Paesi comunisti ed era "orientato alla collettivismo". Quindi, è chiaro che dopo la fine della Guerra Fredda esisteva un solo modo di interpretare questo fenomeno e la caduta del comunismo è stato solo un mezzo per accelerare il processo di liberalizzazione, l'apertura del commercio internazionale e, conseguentemente, dar vita alla globalizzazione. Tuttavia, la grande spinta verso la globalizzazione, forse, ha avuto luogo dieci anni prima, nel 1980, grazie alla cosiddetta "reaganomics", la politica economica promossa dal Presidente Ronald REAGAN, imperniata sullo sviluppo economico trainato dall'offerta anziché dalla domanda aggregata come dettato dalle teorie economiche di stampo Keynesiano.
AutoreEmanuele COSTA
Pubblicato suIl Nuovo Picchio n° 01/Gennaio 2014 con il titolo «L'origine della globalizzazione»

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